Le manifatture nel corso del Novecento

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Le manifatture nel corso del Novecento
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Nel Novecento la cultura italiana dibatté “tra modernità e classicità, italianità e internazionalità, tra dimensione artistica e industriale”. [continua a leggere]
Questo confronto trovò eco a Lastra a Signa nelle diverse soluzioni che le aziende di ceramica scelsero per imporsi sul mercato: dal richiamo alla classicità nel campionario “stile impero” della Fratelli Bellini allo studio di nuove forme e smalti e di una produzione industriale della Bagni Ceramiche; dalla ricerca di nuove tecniche espressive de La Cava, al richiamo alla tradizione rinascimentale toscana delle Ceramiche d’Arte La Torre, che recuperò la produzione della Manifattura di Signa ricreandone le forme e riproducendo calchi in gesso delle terrecotte e maioliche sparse su tutto il territorio. L’andamento generale del settore ceramico fu strettamente legato a quello dei mercati internazionali e riguardò più o meno tutto il settore produttivo, dalle grandi aziende ai laboratori artigiani. Questa dipendenza permise, per esempio, lo sviluppo del processo di automazione che coinvolse Bagni Ceramiche: il rapporto di fornitura per i grandi magazzini Marks & Spencer, a partire dalla metà degli anni Settanta, portò all’azienda infatti un quantitativo tale di commesse da permetterle la meccanizzazione della produzione. Queste aziende si caratterizzarono tutte per una particolare produzione e tecnica. Oltre a quelle citate troviamo Capaccioli Luisa che produsse prima maiolica artistica da arredo e poi si specializzò nel graffito; I.M.A.S. dei fratelli Cucuzza, che produsse perlopiù articoli in ceramica per illuminazione; Ceramiche Pugi che si specializzò in ceramiche artistiche d’arredo, riproduzioni di animali e stufe in maiolica e l’Italica Ars, unica a creare un proprio brand riconoscibile grazie a precisi elementi decorativi, come i paesaggi collinari toscani nell’oggettistica da tavola o la particolare tonalità del “rosso nuvolato”. La produzione ceramica del territorio lastrigiano deve la sua originalità all’incontro tra professione, arte e creatività. La presenza degli artisti nelle manifatture ceramiche fu trasversale. Queste personalità giungevano dalle più varie esperienze. Alcuni si formarono presso artisti docenti e al medesimo tempo svolgevano esperienza o apprendistato presso i laboratori di ceramica: Alvino Bagni si formò presso Torello Santini,pittore e scultore locale, e contemporaneamente apprendeva presso le Ceramiche Pugi i segreti della lavorazione dell’argilla; Enzo Borgini venne instradato ed educato al bello dall’insegnante dinudo e incisione triestino Giogrio Hirsche, detto Settala, mentre produceva prototipi di forme e decori per le manifatture ceramiche di Signa. Lo stesso percorso venne seguito dai numerosi altri artisti locali come i fratelli Cartei ognuno dei quali con una propria impronta personale: Danilo,formatosi presso Giuseppe Santelli, prediligeva riproduzioni di animali, Sergio era un pittore e disegnatore di grande abilità e Alvaro Cartei portò nella ceramica la molteplicità di esperienze artistiche ed espressive che caratterizzarono la sua crescita artistica. Lo scultore Renato Bertelli iniziò invece il suo percorso artistico all’interno del laboratorio di ceramica del padre Alberto. Altri seguirono un percorso formativo differente: Ivo Lazzeretti e Mario Ganugi appresero le basi presso il Villaggio Scolastico e Artigiano di Signa, nato nel secondo dopoguerra, e proseguirono l’apprendistato presso l’Italica Ars dove Lazzeretti divenne responsabile del settore campionario. Quasi tutti gli artisti passarono attraverso diverse manifatture del territorio. Enzo Borgini e Gino Fossi lavorarono prima presso Ceramiche Pugi per poi proseguire da Bagni Ceramiche. I fratelli Cartei lavorarono sia presso le aziende della famiglia Bellini che alle Ceramiche Pugi. Danilo e Alvaro Cartei passarono infine agli stabilimenti di Alvino Bagni. Le collaborazioni coinvolsero anche artisti già affermati come nel caso di Michelangelo Santonocito che, dopo una lunga carriera da pittore con numerose esposizioni nelle gallerie nazionali, entrò a lavorare presso Bagni Ceramiche. Salvatore Cipolla, artista e ceramista di fama internazionale, nella fase degli studi fiorentini lavorò anche per la Alfredo Tozzi e Silvestro Bellini. Il noto artista Antonio Manzi, infine, all’Italica Ars sperimentò nuove forme espressive attraverso la ceramica. Le collaborazioni in anni più recenti coinvolsero anche noti designers come Remo Buti che creò per Alvino Bagni alcuni pezzi di altissimo valore ancora oggi richiesti. Infine l’azienda Ceramiche d’Arte La Torre collaborò a un importantissimo progetto ideato e diretto dall’architetto Philippe Starck per la realizzazione del Centro Culturale Al Alhondiga di Bilbao in Spagna. Tra le varie personalità eclettiche del territorio emerge Alberto Caverni, giornalista, letterato e poeta, che, insieme agli artisti Bruno Brunetti, Mario Bertini e Vinicio Berti, partecipò attivamente a convegni nazionali di arte e architettura. Il gruppo artistico pubblicò riviste come“Torrente”, giornale di racconti e poesie, prese parte al movimento “Arte d’Oggi” tra il 1946 e il 1950 e successivamente all’ “Astrattismo classico”.Nella metà degli anni Cinquanta vollero lanciarsi nell’esperimento della manifattura La Cava dove formeranno un sodalizio artistico e culturale, cuore pulsante per alcuni anni del territorio lastrigiano. All’interno di quel laboratorio sperimentarono il connubio tra la produzione della ceramica e le correnti artistiche dell’Astrattismo classico fiorentino e dell’arte informale. Le loro produzioni vennero apprezzate da pubblico e critica e ottennero numerosi premi e riconoscimenti. Al termine del sodalizio artistico Alberto Caverni si dedicò con passione alla promozione della cultura collaborando con il Comune di Lastra a Signa e le associazioni locali e contribuendo all’apertura della Biblioteca Comunale nel 1959. In quegli anni venne assunto presso la Bagni Ceramiche come direttore artistico e vi rimase per tutta la sua vita lavorativa. L’intreccio tra imprenditoria, arte e maestranze produsse quel risultato che contraddistingue il Made in Italy: produzioni di altissima qualità, design innovativi capaci di dare risposta a un bisogno soddisfacendo al contempo il gusto estetico, frutto di una armonizzazione tra storia,tradizione, tecnologia e innovazione. (Forme di storia pp. 58-60).
Forme di storia: la ceramica nel territorio di Lastra a Signa
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