Manifattura di Signa

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Manifattura di Signa
Date di esistenza
1895-1953
Note biografiche o storiche
La Manifattura di Signa venne fondata da Camillo Bondi, come continuazione ed evoluzione della Società Fornaci di Signa del fratello Angelo,
specializzata fin dal 1889 nella produzione di
laterizi. La riproduzione in terracotta di opere artistiche tratte dal repertorio di epoche passate,
il cosiddetto falso antico, fu la peculiarità stilistica della Manifattura. L’uso di particolari tecniche
di patinatura e di copertura del supporto, unite ad una continua ricerca di perfezione formale realizzata anche attraverso la calcatura sulle opere originali, furono poi gli elementi che ne determinarono un successo incontrastato nello specifico settore.
Il recupero di forme e soggetti di epoca classica e rinascimentale, utilizzato in ceramica a metà
dell’Ottocento anche da altre celebri manifatture come la Cantagalli di Firenze o la Ginori di Doccia, finì per divenire sinonimo stesso di “stile fiorentino” e di italianità, soprattutto in occasione delle Esposizioni Universali. Già a partire dall’Esposizione della Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896-1897 infatti la Manifattura di Signa ottenne buoni consensi di critica e di pubblico. All’Esposizione di Torino dell’anno successivo raggiunse la fama in Italia con l’assegnazione della medaglia d’oro “per un cromatismo che rendeva le creazioni in terracotta
del tutto simili al marmo e per le inaspettate colorazioni verde-scuro di alcune stature che restituivano l’impressione visiva dei bronzi antichi, effetti entrambi dovuti al sapiente lavoro di
patinatura”.
Nel 1900 ottenne un’altra medaglia all’Esposizione Universale di Parigi e nel 1904 all’Esposizione
di Saint Louis conquistò definitivamente il mercato americano. Proprio in quell’occasione si presentò anche la ditta Dini & Cellai di Lastra a Signa con un campionario simile a quello della manifattura dei Bondi, che proponeva copie di statue, complementi di arredo per interni, oggetti ornamentali per parchi e giardini, soprammobili, medaglioni, oggetti ornamentali per esterni, parchi e giardini di ville. Le due manifatture vennero premiate soprattutto per la perfezione nell’esecuzione e per la tecnica usata nel riprodurre opere che riuscivano ad “assecondare in maniera mirabile l’immagine generalmente diffusa all’estero, e soprattutto oltreoceano, di arte tipicamente italiana”.
Nel 1911 la Manifattura si trasformò in una società per azioni e divenne Società Anonima Manifattura di Signa con cinque soci: Camillo Bondi, Max Bondi, Marco Olivetti, Giorgio Olivetti e Adolfo Lattes. In quegli anni la fabbrica si dotò di tre motori elettrici a diciotto cavalli e occupò 97 operai e 4 apprendisti. Tra i suoi clienti più famosi, oltre ai miliardari americani, comparivano lo zar di Russia, il poeta Gabriele D’Annunzio e il celebre tenore Enrico Caruso che nel 1906 aveva acquistato la villa di Bellosguardo a Lastra a Signa. Intorno agli anni Trenta arrivò ad impiegare circa 150 operai con un catalogo di 2500 modelli42. Durante la seconda guerra mondiale la Manifattura attraversò un periodo di forte crisi, anche per via dei bombardamenti che danneggiarono i calchi e parte degli stabili. Venne rilevata in un primo tempo dalle famiglie Fantacci e Montecchi e in seguito
dall’ingegnere Osvaldo Coisson, per poi
passare, nel 1947, alla contessa Pallavicini di Roma. Nel 1952 terminò l’attività produttiva e il
23 ottobre del 1953 venne dichiarato il fallimento pur contando ancora nel proprio organico 50 dipendenti. La fine dell’attività determinò anche il riassetto di tutta l’area dove sorgeva la storica fabbrica, compresa tra la ferrovia e il campo da calcio. Gli stabilimenti furono in gran parte abbattuti e sostituiti da nuove costruzioni, il prezioso archivio della fabbrica con disegni, documenti, forme e modelli disperso e distrutto. L’attività della manifattura svolse un ruolo fondamentale per gli artigiani che vi lavoravano, alcuni di questi infatti costituirono già intorno agli anni Venti nuove attività, fabbriche più piccole come la Donatello Bercigli a Signa o la Dini & Cellai, la Alberto Bertelli e le Ceramiche Pugi a Lastra a Signa.
Luogo
Signa
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Caruso, Enrico
Enrico Caruso fu un grande estimatore e collezionista delle terrecotte artistiche prodotte dalla Manifattura di Signa.
Titolare dei diritti
Biblioteca comunale di Lastra a Signa, titolare dei diritti delle immagini digitali

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