Astrattismo Classico

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Astrattismo Classico
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Subito dopo la Liberazione, a Firenze si costituì un gruppo di scrittori ed artisti di cui facevano parte i pittori Gualtiero Nativi, Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Marcello Farulli ed il poeta lastrigiano Alberto Caverni. Nella primavera del 1945 questi dettero vita ad un quindicinale di letteratura ed arte intitolato “Torrente” che veniva stampato in una tipografia di Signa. Tra il 1945 ed il 1946 il gruppo fondò anche la rivista “Arte d’Oggi” da cui prese il nome. Da quel primo gruppo di intellettuali nacque il movimento artistico dell’Astrattismo Classico, fondato nel 1947 da Vinicio Berti, a cui aderirono tra i primi Mario Nuti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini e Gualtiero Nativi. “Vinicio Berti, che aveva fatto studi tecnico-industriali, era sanguigno ed esplosivo. Gualtiero Nativi, stesso anno di nascita, il 1921, aveva fatto il liceo agli Scolopi e frequentato la facoltà di Lettere. Era calmo, raziocinante, riflessivo, silenzioso. Nativi aveva come unico riferimento le geometrie del Battistero e di piazza San Giovanni e come maestro l’architetto Giovanni Michelucci. Dipingevano tutti, ma non tutti avevano uno studio. Così si riunivano nel retrobottega dei fratelli Rigacci in via dei Servi, come avevano già fatto Rosai, Soffici e Annigoni. Cucinavano su un fornellino di terracotta, alimentato a carbone. Mangiavano sul bancone del falegname e dipingevano su tutto, anche sulle porte” (N. Coccia, “La Nazione”, 7 giugno 2009, p. 26). Nel corso del 1947 costruirono collegamenti con i vari centri dell'astrazione italiana, ad esempio con “Forma 1” di Roma, arrivando nel 1948 ad esporre nella mostra romana “Arte Astratta in Italia”. In quegli anni il gruppo “Arte d’Oggi” animò la vita culturale fiorentina e italiana con mostre che suscitarono ampi dibattiti e polemiche, per via di una pittura che, rompendo gli schemi e abbandonando la figurazione, cominciava a scomporre gli oggetti e la figura umana. Gli artisti fiorentini lavorarono seguendo, per quanto possibile, una linea comune, dipingendo con colori acrilici su supporti di fortuna e sperimentando l’uso di vari materiali, come pelle, cuoio, ceramica, compensato e altri materiali di recupero, come le balle di juta del caffè. Esposero a Firenze presso la galleria “Vigna Nuova”, alla “Strozzina” ed in seguito anche a Milano e all’estero. La loro arte sperimentale e d’avanguardia rimase tuttavia incompresa, tanto che i giovani artisti fiorentini furono esclusi anche dalla XXV Biennale di Venezia, sebbene fossero in lizza per parteciparvi. La redazione del Manifesto nel 1950 coincise con l’ultima mostra del gruppo, intitolata profeticamente “Fine dell’Astrattismo”. Nel 1951 il gruppo si sciolse e gli artisti iniziarono un percorso individuale, pur restando fedeli agli ideali che li avevano uniti. “Astrattismo Classico” fu un movimento che ebbe un effetto dirompente sulla cultura pittorica fiorentina. (Forme di storia, p. 147).
Forme di storia: la ceramica nel territorio di Lastra a Signa
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Biblioteca comunale di Lastra a Signa, titolare dei diritti delle immagini digitali

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Pannello Astrattismo, 2019