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La Cava
Contenuto
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Note biografiche o storiche
Il laboratorio di ceramiche artistiche La Cava fu fondato da Alberto Caverni alla metà degli anni Cinquanta, in collaborazione con Bruno Brunetti e Vinicio Berti, che Caverni aveva conosciuto durante gli anni passati sul fronte, nei pressi di Zara. Con quegli stessi artisti nel dopoguerra strinse una fraterna amicizia, alimentata da ideali politici e interessi culturali comuni. Alberto Caverni lavorò anche alla Manifattura di Signa, in un primo tempo come operaio e successivamente come capo della commissione interna del sindacato di fabbrica. La passione per la ceramica tuttavia lo spinse a fondare con il gruppo di amici artisti un proprio atelier, la cui prima sede fu ricavata all’interno dell’abitazione dello stesso Caverni, nella zona delle Due Madonne a Lastra a Signa. Le opere pittoriche di Berti, Brunetti, Nativi e del gruppo dell’Astrattismo Classico fiorentino furono fonte di ispirazione per le creazioniceramiche, fin dai primi anni. […] Prima della costruzione dell’impianto manifatturiero vero eproprio, il laboratorio fu spostato in via Castracane, sempre a Lastra a Signa. Infine fu costruita la nuova fabbrica su un terreno in via Livornese – all’epoca denominata strada statale 67 – in una zona ancora priva di costruzioni, nei pressi dell’attuale Biblioteca comunale. I progetti consistevano in due disegni firmati dal perito edile Luciano Mignolli di Lastra a Signa e datati 2 febbraio 1958. I proprietari indicati erano Mario Caverni, padre di Alberto, e Bruno Brunetti. Nelle vedute prospettiche dei primi lavori per il “laboratorio ad uso artigianale” sono visibili i locali per lo studio, la sala di attesa e l’esposizione, il laboratorio vero e proprio con il forno e le apposite zone per i pittori e per l’imballaggio. Sul retro si trovavano un piazzale di lavoro per l’essiccazione, una zona destinata a futuri ampliamenti e l’ingresso per il carico e lo scarico delle merci. Un particolare schizzo con alcuni addetti al lavoro, lascia immaginare una scena di vita di fabbrica. Gli addetti totali non furono mai più di cinque o sei, tutti uomini. La piccola manifattura, rimasta attiva fino all’inizio degli anni Settanta, produsse ceramiche ispirate all’astrattismo, al primitivismo e all’arte informale, perlopiù prodotte in pezzi unici. La sperimentazione del colore e delle forme rimase una delle principali caratteristiche del laboratorio di ceramiche artistiche La Cava. (Forme di storia, pp. 143-144).
Forme di storia: la ceramica nel territorio di Lastra a Signa
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Titolare dei diritti
Biblioteca comunale di Lastra a Signa, titolare dei diritti delle immagini digitali
Risorse correlate
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Alberto Caverni |
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Brocca e bicchiere di Alberto Caverni |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, servito da caffè Manifattura La Cava [??] |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, vasi Manifattura La Cava |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, vasi e supporto per lumiera Manifattura La Cava |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, servito da caffè con pittura in sopra smalto Manifattura La Cava |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, servito da thè Manifattura La Cava |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, vassoio con decoro Manifattura La Cava |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, piatto con volto di donna Manifattura La Cava |
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Allestimento della mostra Forme di storia 2019, supporto per lumiera con volto di donna Manifattura La Cava |
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Caverni, Serena |
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Intervista
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Caverni, Vera |
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Intervista
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