>> Lavorazioni dell'argilla
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>> Lavorazioni dell'argilla
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Gli Appennini settentrionali sono composti da rocce principalmente di origine sedimentaria: argille, marne e arenarie. Attraverso il dilavamento i minerali argillosi (silicati, idrato di allumina, idrossidi, ecc.) vengono trasportati a valle e sedimentati in ambienti lacustri, marini o lagunari dove formano i terreni argillosi. Lungo il bacino dell’Arno, quando questo entra a Lastra, sono numerosi i depositi alluvionali fluviali superficialmente costituiti in prevalenza da argille e sabbie, argilloscisti e calcari marnosi. Il versante meridionale di questo territorio, solcato da numerosi borri, presenta una formazione marina di ambiente costiero con ciottoli, conglomerati calcarei, lenti sabbiose e argillose. Nella valle della Pesa sono presenti depositi alluvionali argillosi. Lo sviluppo degli abitati di Ponte a Signa e Porto di Mezzo aveva seguito il corso dell’Arno, principale via di transito delle merci e fonte di materie prime. Questi erano collegati a Firenze attraverso la strada che porta a Livorno sulla quale sorgeva Lastra, borgo murato posto a difesa e controllo di quella strada. Lungo l’Arno e gli altri torrenti si erano sviluppate attività molitorie, di estrazione della rena, fornaci e porti fluviali con i numerosi navicellai che trasportavano i prodotti del territorio. La realizzazione della ferrovia che nel 1848 unisce Firenze a Livorno passando da Signa segnò l’inizio del declino del traffico fluviale, l’Arno rimase però centrale per l’economia del territorio grazie alla melletta, materia prima per le fornaci che sorgevano lungo tutto il suo corso da La Rotta a Pisa. (Forme di storia, pp. 168-169)
Contenuti
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>> Formatura
Il gesso è uno dei materiali fondamentali per la lavorazione della ceramica e da esso si ricavano le forme. Il formatore aveva il compito di creare il prototipo in argilla sul quale veniva versato il gesso miscelato all’acqua. Il blocco di gesso, una volta essiccato, veniva aperto e diveniva la matrice sulla quale creare gli oggetti in ceramica attraverso la colatura o la calcatura. Le forme, numerate e ordinate, rappresentano la memoria della produzione artistica di ciascuna realtà produttiva. (Forme di storia, p. 179) -
Lucignolo
Tecnica di lavorazione praticata sovrapponendo spezzoni di impasto argilloso a forma di cilindro. Intervista a Remo Bitossi, 17 novembre 2017: “il mi’ zio il mi’ babbo erano tutti ballerini, lo sai perchè? L’oggetto gl’era su il pancazzu, uno sgabello, con codesto facevano un lucignolo grosso, si chiamava lucignolo.. come un salame!.. lungo cosi e si mettevano una punta sotto il braccio, e con questi due mani una mano di dentro, se no ti si sganasciava, e con questa l’appiccica [Remo mima il movimento rotatorio che si faceva intorno al vaso]. -
Pressatura
La pasta di argilla viene compressa meccanicamente negli stampi. A questa tecnica appartiene il processo RAM che consiste nello schiacciare l’argilla tra due parti di gesso, sagomate a piacere. Gli oggetti così prodotti sono piatti, bottoni, cammei, piccole parti in bassorilievo. Intervista a Remo Bitossi, 17 novembre 2017: “[...] ora gl’hanno fatto le presse idrauliche, fanno delle cose favolose, l’orcio eh lo fanno a metà mettono la pressa sopra a stampo e lo calano su un pancale perché gl’adoperano la terra soda, dura.” (Forme di storia, p. 173). -
Colatura
Le due parti della forma di gesso venivano legate assieme e l’argilla liquida veniva versata al suo interno attraverso un foro. Dopo pochi minuti il gesso, trattenendo l’acqua, rassodava l’argilla. A quel punto veniva eliminata l’argilla in eccesso. Si lasciava poi asciugare ciò che rimaneva e solo a quel punto la forma era pronta per essere aperta. (Forme di storia, pp. 172-173). -
Calcatura a mano
L’impasto tubolare veniva sezionato con un filo e la sfoglia di argilla veniva pressata sullo stampo in gesso. Quest’ultimo assorbiva l’acqua e l’argilla si ritirava, a quelpunto era pronta per essere essiccata. (Forme di storia, p. 172).