Ambienti di lavoro - La Cava
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Ambienti di lavoro - La Cava
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Prima della costruzione dell’impianto manifatturiero vero e proprio, il laboratorio fu spostato in via Castracane, sempre a Lastra a Signa. Infine fu costruita la nuova fabbrica su un terreno in via Livornese – all’epoca denominata strada statale 67 – in una zona ancora priva di costruzioni, nei pressi dell’attuale Biblioteca comunale. I progetti consistevano in due disegni firmati dal perito edile Luciano Mignolli di Lastra a Signa e datati 2 febbraio 1958. I proprietari indicati erano Mario Caverni, padre di Alberto, e Bruno Brunetti. Nelle vedute prospettiche dei primi lavori per il “laboratorio ad uso artigianale” sono visibili i locali per lo studio, la sala di attesa e l’esposizione, il laboratorio vero e proprio con il forno e le apposite zone per i pittori e per l’imballaggio. Sul retro si trovavano un piazzale di lavoro per l’essiccazione, una zona destinata a futuri ampliamenti e l’ingresso per il carico e lo scarico delle merci. Un particolare schizzo con alcuni addetti al lavoro, lascia immaginare una scena di vita di fabbrica. Gli addetti totali non furono mai più di cinque o sei, tutti uomini. La piccola manifattura, rimasta attiva fino all’inizio degli anni Settanta, produsse ceramiche ispirate all’astrattismo, al primitivismo e all’arte informale, perlopiù prodotte in pezzi unici. La sperimentazione del colore e delle forme rimase una delle principali caratteristiche del laboratorio di ceramiche artistiche La Cava. (Forme di storia, p. 144).