Ambienti di lavoro - Capaccioli Luisa
Collezione
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Ambienti di lavoro - Capaccioli Luisa
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La collezione raccoglie la descrizione degli ambienti di lavoro di alcune aziende ceramiche del territorio di Lastra a Signa
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"Entrando dalla strada attraverso il cancello si trovava il cortile, usato per tenere la legna e gli oggetti in fase di essiccazione. Sul cortile si affacciavano due ingressi: uno conduceva a metà del caseggiato per il transito degli operai e l’altro, più grande in fondo allo stabile, sulla sinistra, per passare con la legna per il fuoco. Passando dal secondo ingresso si accedeva poi a un locale adibito all’imballaggio. A sinistra una porta conduceva all’ambiente principale dove si trovavano la fornace e i tavoli del reparto pittura. I colori in polvere erano conservati in sacchetti tenuti su apposite scaffalature. I pittori, quattro o cinque al massimo, non essendoci tra il personale un chimico, preparavano da soli il colore. Ogni qualvolta i prodotti da cuocere raggiungevano un quantitativo sufficiente veniva preparata la fornace, grande quanto una stanza e composta di mattoni refrattari. I manufatti dovevano essere messi in un preciso modo per far passare il calore e non potevano essere tutti della stessa dimensione. Quando si preparava la seconda cottura si aggiungeva una “provetta”: un biscotto con pennellate di colore. L’ingresso della fornace veniva nuovamente murato con mattoni refrattari e rimaneva aperto solo un piccolo spazio attraverso cui raggiungere, con apposite aste, la provetta. Quando il colore sulla provetta appariva “sfogato” il fuoco veniva spento lentamente e i manufatti tirati fuori. Sul lato opposto ai tavoli dei pittori si trovavano due conche di ceramica smaltate utilizzate per il tuffaggio nel bianchetto e nella cristallina (entrambi in polvere e mescolati con acqua). Dal fondo della stanza si accedeva al reparto terre. I pastoni di argilla erano accatastati all’interno di una stanzina posizionata sulla sinistra e ricavata da un muro senza porta. Ogni quindici giorni arrivava il rifornimento della terra acquistata nella vicina Montelupo. Al tornio invece, vicino alla parete e poco distante i manufatti, vi lavoravano in due: un tornitore e un operatore per i ritocchi di pulitura e per gli ornamenti artistici. La sala campionaria si trovava al piano superiore, nella vecchia casa del custode. Con il tempo, a causa della mancanza di spazi adeguati, vennero aumentate le capanne utilizzate come magazzini e depositi. Quando i Tozzi adibirono il piano superiore ad abitazione privata apportarono modifiche ai locali del laboratorio: cambiarono la tipologia di forno acquistandone due a gas e aumentarono i volumi creando una stanzina per il campionario e gli uffici." (Forme di storia, pp. 101-102).
Contenuti
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Laboratorio Ceramiche Capaccioli Luisa 1968
Lo stabile mostra i segni dei bombardamenti sulle pareti, pratica edilizia n.190 del 1968 intestata a Capaccioli Luisa -
Progetto di ampliamento laboratorio Ceramiche Capaccioli Luisa di Tozzi Lucia
Progetto di ampliamento del laboratorio di ceramiche Capaccioli Luisa di Tozzi Lucia