Ambienti di lavoro - Bellini Ceramiche
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Ambienti di lavoro - Bellini Ceramiche
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Il reparto terre era composto di due stanze piuttosto grandi e illuminate da nove finestre. La terra arrivava nella prima stanza già preparata in panetti ricoperti con un foglio di cellophane, veniva poi modellata all’interno della forma dopo che questa era stata cosparsa con polvere di mica. Le forme in gesso venivano prodotte fuori della fabbrica.
La seconda stanza era usata come deposito dei panetti, due mescolatori lavorano l'argilla per rimpastarla. Vi erano poi tre addetti ai torni e un addetto al colaggio.
Dopo il colaggio le forme rimanevano ferme alcune ore per essere poi rovesciate sugli appositi carrelli muniti di un gocciolatore che ne raccoglieva la terra in eccesso.
Nonostante il riscaldamento di questo reparto fosse costituito da 11 bocche d’aria calda l’ambiente restava umido per la presenza delle terre e per il tipo di lavoro dei tornitori.
La preparazione delle terre per il colaggio avveniva in un reparto adiacente della seconda stanza. I sacchi con la terra venivano rovesciati dall'alto di un mescolatore insieme a pezzi rotti. In questo reparto trovava posto anche una stanza di essiccamento.
Nel reparto cottura si trovavano tre forni: uno monocanale a nafta, piuttosto vecchio ma provvisto di camino di tiraggio con ventola, altri due più moderni a gas.
Nel reparto smaltatura e pittura l'illuminazione era buona mentre risultava carente il sistema di riscaldamento (vi erano invece problemi di polveri dovuti in parte al fatto che i lavoratori erano soliti preparare da sé il colore e in parte della presenza degli aerografi). Qui vi lavorava provvisto di pinze un addetto alla tuffatura dei pezzi in cristallina o nello smalto che venivano preparate in questo stesso reparto: i sacchi, raccolti tutti da un lato, venivano rovesciati via via da un addetto nelle conche (senza nessun tipo di protezione individuale). I colori in polvere venivano poi posti in un recipiente e sciolti in acqua: questa operazione veniva fatta a mano da un operaio munito di guanti che li mescolava fino ad ottenere la miscelazione completa. Questo operaio si occupava anche di lavare le conche in cui vi erano state immerse la cristallina e le assi.
Accanto al reparto di smaltatura e pittura vi era una cabina per lo spolvero del biscotto che veniva effettuato con una pistola ad aria compressa: era sufficientemente grande e provvista di aspiratore dal dietro. I colori erano forniti dalla Colorobbia.
Vi erano inoltre cinque aerografi a velo d'acqua provvisti di aspiratore che creavano non pochi problemi di rumorosità.
Nei pressi dei forni si trovava il reparto magazzino dove avveniva l'inscatolamento e la rifinitura dei pezzi.
(Forme di storia, pp. 91-92)